Giuseppe Baresi: Prezioso Esempio

Ieri battagliava in mezzo al campo per strappar palla agli avversari e donarla ai vari Beccalossi, Brady e Matthaeus (a proposito, auguri all’asso tedesco fresco di matrimonio) che avevano la missione di accendere la luce del gioco ed imprimere la svolta determinante alla gara, oggi è il vice di uno degli allenatori più quotati, arguti ed affermati degli ultimi anni – il portoghese José Mourinho – sicuramente il più mediatico e chiacchierato di tutti.

Una vita calcistica al servizio degli altri quella di Giuseppe Baresi, mite e coraggioso bresciano nato a Travagliato il 7 febbraio 1958, una vita calcistica a fortissime tinte nerazzurre.

Giuseppe BaresiCon l’Inter debutta l’1 giugno 1977 in occasione di un match di coppa Italia a Vicenza e da quel giorno la formazione milanese si assicurerà per le successive quindici primavere le prestazioni di un tenace mediano (sovente utilizzato pure da terzino) che, per grinta ed abnegazione tattica, rinnoverà i fasti dei leggendari gregari della compagine herreriana Carlo Tagnin e Gianfranco Bedin.

Dalla giovane Inter operaia e vincente di Eugenio Bersellini, alla maestosa squadra dei record di Giovanni Trapattoni: Baresi è stato protagonista di tre lustri di football ai massimi livelli, ha avuto mister autorevoli, è stato compagno e rivale di magnifici fuoriclasse, ha vestito diciotto volte la maglia della Nazionale, ha vinto tutto dentro i confini – due scudetti, due coppe ed una Supercoppa – oltre ad un’indimenticabile coppa Uefa nella sua penultima stagione all’ombra della Madonnina (1990/’91) prima di andare a chiudere la carriera a Modena, disputando in Emilia due tornei di Serie B come fece anni addietro, però in casacca milanista, il più celebrato fratello Franco.

Con un simile palmares, risulta alquanto arduo comprendere le ragioni di chi, nel pre e nel post Inter-Lecce dello scorso settembre, ha lamentato chissà quali ingiustizie verso giornalisti e tifosi per il semplice fatto che Mourinho, con un gesto che dimostra gratitudine e rispetto per il lavoro del proprio valente collaboratore, avesse ritenuto opportuno mandare in conferenza stampa una persona con provata esperienza e conoscenza dell’ambiente nerazzurro e del calcio italiano attualmente superiore alla sua.

Giuseppe Baresi e Jose MourinhoEsempio di una delle tante inutili polemiche create al solo scopo di calamitare attenzione su chiunque menzioni il nome del tecnico che, albo d’oro alla mano, punta a far laureare il club meneghino campione d’Italia per la quarta volta consecutiva e campione d’Europa per la terza volta nella storia: un individuo che ama temerariamente sempre dire quel che ha in testa e, oltre che per le doti di gran comunicatore e per le scelte tattiche talora errate o quantomeno discutibili, fa parlare di sé persino per il colore dei capelli (ogni riferimento ad una ridicola trasmissione televisiva di qualche settimana fa non è puramente casuale).

Per conseguire gli elevati obiettivi postisi, tuttavia, all’ambizioso uomo di Setubal sarà sicuramente d’aiuto il poter contare su un secondo che garantisca la profonda dedizione alla causa, il sincero attaccamento alla maglia e l’esemplare professionalità che lo hanno perennemente contraddistinto: qualità che nel tempo lo hanno condotto con merito ad indossare i gradi di capitano della Beneamata e si sono poi potute ampiamente apprezzare anche nell’amico Beppe Bergomi, “allievo” dello stimato atleta di Travagliato dal quale ha ereditato fascia, carattere ed importanti valori umani e sportivi.

Valori che Baresi ha quindi seguitato ad inculcare pure ai ragazzi delle giovanili nerazzurre che negli ultimi anni, sotto la sua supervisione come responsabile del settore, hanno raggiunto continui risultati d’indubbio prestigio anche grazie agli insegnamenti morali da lui impartiti, da pregevole persona che ha di regola badato all’essenza e non all’apparenza delle cose.

Oggi che impazza la moda Facebook, ed ai rapporti umani vengono purtroppo spesso preferiti i rapporti virtuali, riuscire ad attenersi a tale concetto di vita non è affatto opera irrilevante.

Se è vero che dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna, è altrettanto probabile che di fianco ad un grande allenatore ci sia sempre un prezioso vice: soprattutto in questo caso, dove l’ex centrocampista lombardo, assieme a pochi altri, la scorsa estate si è dovuto assumere l’impegnativo compito d’introdurre rapidamente lo “Special One” all’interno dell’ambiente, delle abitudini e della storia di un affascinante ma complesso mondo chiamato F.C. Internazionale.




Articolo scritto da: Pierluigi Avanzi
Pubblicato il: 14 Gennaio 2009
Categoria: Calcio News
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3 Commenti

  • domenico gatto ha detto:

    ciao compagno.. come sai apprezzo molto la tua capacità di scrivere,un linguaggio molto adatto sempre,ma soprattutto contenuti di alto valore e veritieri.. grande beppe ma grande anche tu,e abbasso il fratello più mediatico e fascista (nel senso di braccio sempre alzato..) del vice di josè.. anche se ti prendono indeterminato,manda i tuoi scritti a qualcuno di dovere (f.c o l’interista) casomai che viganò si vada a fare una lunga vacanza causa sostituzione…. a proposito,non disperare,tra nove anni se non è andata nel giornalismo,il posticino a san babila è sempre caldo.. al prossimo consiglio dei ministri ::-))

  • germo ha detto:

    Leggo i tuoi articoli per semplice curiosità. Come sai esaltare tu i giocatori dell’inter ci riescono in pochi. In questo articolo parlando di beppe baresi arrivi a citare anche il più celebrato fratello Franco, ma stranamente ti dimentichi di spiegare al lettore il motivo di questa maggior notorietà del fratello. Ci penserò io a colmare questa lacuna… FRANCO BARESI (8 MAGGIO 1960 TRAVAGLIATO). A differenza del fratello beppe, il Kaiser ha vestito 63 volte in più la maglia azzurra vincendo 1 campionato del mondo nel 1982, un bronzo nel 1990 grazie a Zenga e un argento a USA 94. In 20 anni di gloriosa carriera nell’ AC Milan “IL CAPITANO” ha vinto qualcosa come 6 scudetti, 4 supercoppe italiane, 3 coppe campioni, 3 supercoppe europee e 2 coppe intercontinentali. Il N°6 milanista viene ricordato come uno dei migliori liberi di tutti i tempi. Quando alla Scala del calcio mondiale si alza il coro “UN CAPITANO, C’E’ SOLO UN CAPITANO” anche Pierluigi Avanzi capisce a chi è rivolto questo ritornello… Ciao Gatto!

  • Davide ha detto:

    GERMO SCUSA, MA TI SEI DIMENTICATO LA SERIE B….va bè ci sono io a ricordartela…

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